Progetto
per un "sito" scolastico
( Ottavio de Manzini )
 
   "..e fare come li arcieri prudenti, a' quali, parendo el loco dove disegnono ferire troppo lontano, e conoscendo fino a quanto va la virtù del loro arco, pongono la mira assai più alta che il loco destinato, non per aggiugnere con la loro freccia a tanta altezza, ma per potere, con lo aiuto di sì alta mira, pervenire al disegno loro." 

Niccolò Machiavelli: Il Principe , cap. VI, Milano, Feltrinelli, 1960, p.30
 
Sommario:

Prima parte: premessa e ragionamento

Seconda parte: linee per un progetto

 




    Prima parte: premessa e ragionamento

    Attualmente il sito www.istruzione.it offre già risorse e servizi interattivi, per cui si differenzia dalla maggior parte degli altri siti scolastici italiani, i quali offrono prevalentemente documentazione.
    Fanno eccezione, ovviamente, alcune altre iniziative WEB scolastiche e commerciali e istituzionali, che propongono anche risorse didattiche, software e, in certi casi, servizi interattivi e di comunicazione di buon livello
    IL'unico sito che sembra poter supportare un ampliamento dei servizi di comunicazione è quello della Biblioteca di Documentazione Pedagogica di Firenze.
    I siti che fanno capo a strutture commerciali o all'iniziativa di singole scuole soffrono però di una condizione di aleatorietà poiché, quando viene a mancare la convenienza commerciale nel primo caso e la spinta volontaristica nel secondo, essi finiscono per sparire o si congelano .
     
    La presente proposta non parte quindi da un'analisi critica dei siti esistenti, ma dalle esigenze che si presume sussistano per dirigenti, docenti e studenti delle scuole italiane in Italia e all'Estero, e si prefigge quindi di evidenziare le necessità che ne derivano, per poi verificare se il sito della Pubblica Istruzione, tenendo conto delle proprie missioni e delle proprie specifiche gestionali e amministrative, ritenga di poter sopperire ad esse, centralizzandole.



    Le tre necessità

     

    1. Procedere a una piena realizzazione di una comunità virtuale delle scuole.

    Essa nasce da tre esigenze principali.
      1. La prima è quella di rendere facilmente reperibili e quindi utilizzabili le risorse e i servizi che i diversi siti scolastici non commerciali mettono a disposizione delle altre scuole, dei docenti e degli studenti. Essa impone la predisposizione in rete di uno spazio destinato ai siti scolastici, (in primo piano le scuole, ma senza esclusione per le altre entità, amministrative o di ricerca) ove si realizzerebbe in pieno la dignità di comunità virtuale delle scuole , caratterizzata appunto dalla reperibilità e soprattutto dalla qualità delle pagine ospitate o replicate in mirror , delle risorse documentali e applicative, dei servizi di consulenza, di formazione, di comunicazione.
      2.  

      3. La seconda, strettamente correlata alla prima, nasce dal bisogno di definire e certificare alcuni standard di qualità che abbiano la funzione non solo di reperire le risorse, ma anche di segnalare quelle che spiccano per ricchezza di contenuti e potenziale fruibilità.
      4.  

      5. La terza, che è destinata a completare le prime due, nasce dalla convinzione che non sarebbe possibile limitarsi ad un'attività di certificazione e valutazione, che verrebbe a coincidere con i troppi award già proposti da siti commerciali e destinati a un rapidissimo oblio: una comunità che pretende di valutare ha anche il preciso dovere di fornire gli strumenti per raggiungere i livelli qualitativi richiesti; ciò implica la predisposizione (o l'ampliamento, nel nostro caso) di servizi di consulenza, assistenza e formazione.

     Considerando inoltre come tali attività si esplichino attraverso la comunicazione, dovrebbero essere perfezionati, affinati ed evoluti gli strumenti a ciò deputati: è quanto verrà proposto al successivo punto B.
     

    1. La necessità di una rete di comunicazione efficiente, rapida e affidabile tra scuole pubbliche e altre entità didattiche, amministrative e di ricerca facenti capo al settore dell'Istruzione Pubblica.

      • Le forme tradizionali di trasmissione dei documenti hanno dimostrato ormai da tempo di non essere più adeguate alla quantità delle comunicazioni anche solo amministrative, che pervengono alle scuole, spesso in date successive a quelle indicate in esse come scadenze.

      •  
      • La stessa posta elettronica, in troppe scuole e in altre entità amministrative, viene usata occasionalmente, con scarsa conoscenza delle possibilità che essa offre e senza alcun reale miglioramento della comunicazione amministrativa e didattica.

      •  
      • La scarsa disponibilità di indirizzi e-mail all'interno delle scuole, ancorché dotate di rete locale e quindi in grado di poter predisporre di un numero di alias sufficiente a utilizzare l'e-mail per la didattica, (mailing-list, contatti tra docenti, tra presidi, tra responsabili amministrativi) rallenta e pregiudica l'uso di tale strumento.

      •  
      • La modalità asincrona che caratterizza la posta elettronica, aggiungendosi agli elementi indicati al punto precedente, li aggrava ulteriormente poichè generalmente non vi è prova dell'avvenuta ricezione.
        Appare quindi necessario che una rete di comunicazione interna al M.P.I. utilizzi anche strumenti diversi, tali da permettere comunicazioni in tempo reale che integrino e velocizzino, pur senza sostituirlo, lo strumento tradizionale (intendendo per tale l'e-mail).
        Tale prima fase sperimentale potrebbe essere estesa in un secondo tempo, quando la situazione documentale dovesse farsi ancor più prossima al caos, a servizi back-office e front-office di maggior impegno quali sono ad esempio quelli forniti dagli applicativi tipoAscot e Office 241.

      •  
      • comunicazione in rete può essere utilizzata ai soli fini didattici senza ulteriori implicazioni giuridico-amministrative, ma può assurgere a effettivo strumento di comunicazione amministrativa avente pieno valore legale solo nell'ambito di quanto previsto delle vigenti norme di legge sulla validità della documentazione elettronica e della firma digitale. Nasce da ciò l'esigenza prospettata al successivo punto C.
     
     
    1. La necessità di fornire agli enti ed al personale dipendenti dal M.P.I. certificazioni di firma digitale per la piena validità della documentazione elettronica.

      La predisposizione di una rete di comunicazione, secondo quanto proposto al precedente punto B) richiede, per quanto riguarda l'attività di comunicazione amministrativa, la piena validità della documentazione ai sensi della L. 15 marzo 1997, n. 59 e del DPR 10 novembre 1997, n.513.
      Ditte più o meno private offrono già servizi di certificazione rivolti a comunità virtuali coincidenti con comunità fisiche (come ad esempio il Comune di Siena che utilizza il pacchetto Village Trust). L'estensione di tali procedure al M.P.I. contribuirebbe ulteriormente alla piena realizzazione di quella comunità che in questa sede viene trattata, progettata e proposta.
     
     

Si realizzerebbe in definitiva l'unificazione delle attività legate alla comunicazione (presenze WEB di qualità , concentrate e facilmente reperibili, comunicazione, assistenza, consulenza, formazione, certificazione delle firme e autenticazione dei documenti) in un unico contenitore, con notevoli incrementi di efficacia e di produttività e con ottime possibilità di fornire sinergie alle attività di innovazione già in atto e ai siti istituzionali esistenti.
Con tali caratteristiche e soddisfacendo alle esigenze brevemente delineate, facendo perno di manovra su un sito WEB esistente, il M.P.I. verrebbe a trovarsi all'avanguardia tra le pubbliche amministrazioni.
Facendo riferimento ad un unico polo e utilizzando un ventaglio di servizi proposti dal mercato, si attuerebbe quella coincidenza tra comunità reale e comunità virtuale (cioè la trasformazione del virtuale in reale ) che soltanto attraverso la gestione efficace della comunicazione può effettivamente realizzarsi e che ritengo essere una delle missioni primarie per la scuola italiana.


 
 
Seconda parte : linee per un progetto
  1. La comunità virtuale
     
      Per la costituzione di una comunità virtuale che raccolga e indicizzi le risorse destinate alla scuola presenti sul WEB, rendendole facilmente reperibili e certificandone la qualità mediante la concessione della propria cittadinanza , è necessario predisporre uno spazio adeguatamente strutturato e degnamente servito in termini di pianificazione degli spazi, di strutture hardware e software, di risorse umane destinate alla gestione.
       
     
      a - 1: Lo spazio comune
       
        Per quanto riguarda gli organici, la strumentazione, i metodi di gestione tecnica dello spazio WEB non sembra necessario scendere in particolari, in quanto le differenze rispetto all'esistente sembrano essere esclusivamente quantitative, ed è quindi su questo unico versante che dovrebbe essere attuata la pianificazione delle risorse.
        La struttura virtuale del sito dovrebbe adottare, sulla scorta di quanto già realizzato altrove, la metafora urbanistica, ove si raccolgono in quartieri virtuali le scuole delle diverse province, con i loro enti territoriali, e contemporaneamente, visto che la struttura ipertestuale concede la visione su livelli ( layer ) multipli e indipendenti, le medesime unità potrebbero, in una diversa prospettiva grafica e topografica, essere raggruppate per ordine di scuola (elementari, medie, superiori), per indirizzo, per livello gerarchico nel caso di entità territoriali
        Anche la definizione architettonica delle singole pagine, pur nel rispetto delle scelte e della creatività propria di ogni gruppo di lavoro, potrebbe essere presentata e offerta secondo uno schema di massima, più o meno rigido.
        In esso potrebbero essere predefiniti gli spazi scolastici virtuali, come la presidenza, la sala insegnanti, il laboratorio, il bar degli studenti, le segreterie (specie in vista degli sviluppi derivanti dalla validità dei documenti elettronici e dall'uso della firma digitale). E' chiaro che tutti questi spazi virtuali, al di là della fredda e passiva fruizione delle pagine WEB che ancora oggi sperimentiamo, potrebbe assumere una consistenza reale e sfuggire alla comunicazione unidirezionale che nel WWW tende a ripetere il modello televisivo, solo se sostanziati da strumenti di comunicazione efficaci ed effettivamente utilizzati dai fruitori dei locali.
        La pianificazione urbanistica e la progettazione architettonica non dovrebbero però essere intese come imposizione di uno standard tale da conculcare la libera creatività dei cittadini , ma come primo elemento di un orientamento alla consulenza che dovrà anche altrimenti caratterizzare la comunità. In tale spazio dovrebbero trovare allocazione unica o replica (mirror) i siti realizzati dalle scuole o da altri uffici della Pubblica Istruzione che fossero considerati meritevoli di ottenere la cittadinanza per qualità formale e contenutistica delle pagine, con particolare considerazione per la fruibilità dei contenuti da parte degli utenti e dei visitatori, in uno spirito di condivisione delle risorse e di collaborazione produttiva orientata alla didattica.
        La realizzazione di questo P.R.G. virtuale dovrà quindi essere affidata a un gruppo di esperti o essere oggetto di un concorso.
     
       
        Il sito per il quale venisse richiesto il diritto di cittadinanza dovrebbe essere preventivamente sottoposto a una commissione di esperti in grado di valutare l'aspetto formale, tecnico e contenutistico (grafica, correttezza sintattica dei linguaggi usati, qualità dei contenuti disciplinari o transdisciplinari, efficienza ed efficacia degli eventuali servizi offerti).
        Superata questa prima fase i redattori e gestori delle pagine candidate all'acquisizione della cittadinanza, dovrebbero adeguare le proprie pagine ad alcuni minimi standard formali, necessari a dare omogeneità al sito nel suo complesso. Superata anche questa seconda fase il sito, acquisita la cittadinanza, godrebbe del diritto di fruire gratuitamente dello spazio WEB necessario, potendo anche optare per la duplicazione (mirror).
        La cittadinanza così acquisita, se la valutazione verrà attuata con la necessaria severità, diverrà certamente, e in breve tempo, titolo di merito e costituirà di per sé una certificazione di qualità, innescando così un processo biunivoco di qualificazione con ricadute estremamente positive anche sul valore della comunità virtuale ospitante.
        Dal punto di vista pratico sarà quindi necessario, una volta predisposti gli spazi e le attività relative al punto b - 1,

          • costituire la commissione di esperti destinati alla valutazione
          • rendere pubblica l'iniziativa
          • fissare le procedure e i tempi
          • stabilire le modalità di trasferimento dei dati.

        Si ritiene che una parte almeno degli esperti impegnati nella valutazione potrebbero essere anche utilizzati nelle attività indicate al successivo punto a - - - 3 .
     
     
     
      a - 3 Dall'assistenza tecnica alla formazione in rete
     
        Sia nella fase precedente alla richiesta di certificazione, sia in quella successiva, qualora una prima richiesta fosse stata respinta, le scuole e gli enti interessati all'acquisizione della cittadinanza dovrebbero poter fruire di assistenza tecnica e consulenza, in modo da poter raggiungere gli standard qualitativi richiesti. Come si è detto, tale attività, certamente più onerosa - in termini di tempo e di organizzazione del lavoro - rispetto a quella di valutazione, (dare voti è molto più facile che insegnare ) potrebbe essere affidata ai membri stessi della commissione di valutazione, eventualmente integrata da nuove competenze, ove necessario. Gli strumenti di questo primo livello, destinato solo alla consulenza e alla formazione potrebbero essere limitati a forum tematici affidati ai moderatori-esperti, con la responsabilità di una periodica edizione di FAQ (o HOWTO) tratti dalle comunicazioni già intercorse e archiviate. Non si esclude tuttavia l'uso diretto della posta elettronica o la costituzione di mailing list, nel caso esse dovessero risultare utili. La presenza in rete di attività consimili, al fine di evitare inutili repliche, potrebbe però essere, essa stessa, oggetto di cittadinanza e certificazione, qualora i contenuti, la qualità e la sostanza degli interventi e delle tecniche rispondessero alle esigenze degli utenti e dei potenziali cittadini .
        Il livello successivo di intervento, destinato soprattutto ma non esclusivamente ad utenti desiderosi di creare ex novo una propria presenza WEB, non potrebbe configurarsi come semplici assistenza e consulenza, ma dovrebbe assumere la caratteristica del corso di formazione in rete, le cui tematiche, partendo ovviamente dal linguaggio HTML, potrebbero estendersi all'architettura degli ipertesti, alla grafica, alla conduzione di teleconferenze, fino a toccare eventualmente alcuni aspetti dei contenuti disciplinari destinati alla pubblicazione. Tale ultimo livello richiederebbe ovviamente strumenti diversi da un semplice forum o da una mailing list, e risorse umane in grado di progettare, coordinare e gestire attività di formazione in rete con l'uso di applicativi sofisticati e sperimentati.
     
     
     

  1. Predisporre una rete di comunicazione tra le scuole egli altri enti facenti capo al M.P.I.
     
 

Appare quindi utile, ai fini della comunicazione didattica , strutturare, mediante adeguati applicativi, quella che potremmo definire
una rete nella rete , cioè la rete delle scuole italiane intesa come sottoinsieme della rete globale.

In tal modo si avrebbe, sul versante della comunicazione, l'esatto pendant di quanto proposto relativamente ai siti WEB (una rete nella Rete, un web nel Web).

A livello di funzioni pratiche si ritiene che un programma adeguato agli obiettivi citati debba:

    1. consentire ad ogni scuola di disporre di una rubrica contenente l'indirizzo di posta elettronica di tutte le altre scuole con accesso a Internet, articolato su diversi livelli che riflettano le priorità e le affinità funzionali e operative.


    2. permettere di stabilire un collegamento diretto, tramite tastiera e schermo, e quanto prima anche in viva voce, tra le scuole connesse.


    3. rendere facile e veloce il trasferimento di file tra le scuole, al fine di poter scambiare documenti, e ogni sorta di materiali didattici.


    4. rendere possibile l'invio di un messaggio di posta elettronica che non debba transitare attraverso la casella postale del fornitore d'accesso, ma che giunga immediatamente al destinatario allorché esso si trovi in quel momento on-line, permettendo inoltre l'immediato riconoscimento del mittente appartenente alla propria rubrica.


    5. connettere potenzialmente, in una rete privata, tutte le scuole e gli indirizzi appartenenti alla rubrica, nel momento stesso in cui si collegano all'Internet, al fine di poter attuare il collegamento immediato (fatta salva la disponibilità del destinatario) tra due o più scuole in maniera semplice e veloce, e poter quindi procedere, senza appuntamenti preventivi, a ricerche e richieste, e alle altre funzioni di comunicazione elencate ai precedenti punti 2, 3 e 4.


    6. realizzare, con semplici procedure, in tempi brevi e con minimi preavvisi, teleconferenze a fini didattici o amministrativi.
     
     

    I vantaggi delle funzioni e delle procedure sopra delineate appaiono essere:
     

      • un deciso abbattimento dei costi di comunicazione, (telefono e fax) in quanto tutte le funzioni svolte all'interno dell'Internet vengono effettuate al costo di una telefonata in rete locale
       
      • la possibilità di creare una rete nella Rete senza costi hardware.
       
       
      • La comunicazione estemporanea tra docenti
         
      • la possibilità di verificare , in occasione di ogni collegamento, quante e quali postazioni Internet del sottoinsieme di appartenenza (rubrica) siano in quel momento collegate alla rete e quindi immediatamente contattabili per l'attuazione immediata delle procedure sopracitate.


    Il programma di comunicazione tra le entità amministrative, in fase di avvio, contiene già alcune delle funzioni sopra richieste, ed è probabile che le altre possano venir aggiunte adeguandolo alle necessità qui individuate.

    Onde evitare sovrapposizioni e interferenze, si ritiene che i collegamenti così attuabili debbano essere organizzati secondo alcuni vincoli direzionali e applicando opportuni filtri di pertinenza.
    Una prima ipotesi schematica viene fornita nell'allegato A.
    Nell'allegato B vengono offerti invece alcuni esempi relativi alle procedure sopra indicate.


       


  1. La legalizzazione della comunicazione elettronica.
    Molte comunicazioni e molti documenti che viaggiano o risiedono sulla rete globale sono - ahimé - privi di qualsiasi valore, scientifico, culturale o di qualsivoglia specie: è lo scotto inevitabile per uno strumento di comunicazione di massa che voglia differenziarsi da quelli di comunicazione alle masse.
    Molti altre presenze invece posseggono un alto valore documentario, scientifico, culturale e, per quanto ci interessa, didattico; orbene, questi documenti e queste comunicazioni non hanno ancora alcun valore legale ; la loro stessa proprietà intellettuale (ancorchè contraria, secondo alcuni, allo spirito che informa la Rete e i suoi frequentatori più lungimiranti) non è di fatto tutelata, e i messaggi che ci scambiamo non hanno ancora, nella maggior parte dei casi, una firma certa e inoppugnabile.
    Il nostro paese tuttavia ha il merito di essere stato tra i primi a dotarsi di strumenti di legge tali da riconoscere il valore legale della documentazione elettronica e delle firme ad essa apposte.
    Già alcune entità amministrative locali, come il Comune di Bologna e quello di Siena, ad esempio, hanno iniziato ad applicare le norme e i regolamenti di attuazione, fornendo con ciò ai cittadini la possibilità di ricevere e produrre documentazione elettronica valida a tutti i fini di legge.
    La spinta necessaria a dare l'avvio alla trasformazione potrebbe partire da uno degli elementi del quadro, cioè dall'uso della firma digitale: l'amministrazione costretta ad accettare la firma digitale sarebbe inevitabilmente obbligata a riconoscere anche la validità del documento elettronico così prodotto e a predisporre realmente, come impone la legge, quell'insieme di procedure che dovranno portare alla generalizzazione di tale prassi.
    La sua estensione alle Amministrazioni centrali richiede ovviamente un'organizzazione molto complessa e l'adozione di procedure non semplici, frenate entrambe, soprattutto, dalla necessità di formare gli addetti. La formazione, in questo caso, non consiste soltanto nell'acquisizione di conoscenze, abilità e competenze, ma richiede anche la formazione progressiva di una mentalità amministrativa (e didattica, nel nostro caso) nuova, di una vera e propria educazione elettronica.
    Non dovrebbe pertanto apparire strano, ma al contrario dovrebbe essere considerato quasi un privilegio e un diritto protocollare di precedenza, il fatto che ad aprire la strada fosse proprio il Ministero della Pubblica Istruzione.
    L'argomento è troppo vasto e troppo tecnico per essere qui trattato in maniera approfondita o progettato, ma si fa cenno ad esso, a titolo esclusivo di proposta in quanto appare essere un elemento necessario alla definizione di quel quadro comunitario che contrassegna e firma le attività fin qui proposte. Un altro elemento che ne giustifica la presenza in questo documento è la possibilità, per l'Ente Pubblico, di fornire servizi di certificazione della firma digitale e di gestione della documentazione elettronica con vincoli decisamente inferiori a quelli che attualmente frenano le iniziative in questo senso presso le imprese private .
    Qualora tuttavia la proposta dovesse essere considerata debordante o eccessiva, nonostante la citazione d'apertura, si vorrà perlomeno riconoscere la necessità, per i Dirigenti scolastici in primis , ma anche per gli altri appartenenti al modo della scuola e alla comunità virtuale che deve rappresentarli, di prendere contatto con tali problematiche, di particolare momento anch'esse e specie per un'Amministrazione che appare oggi la più decisamente orientata in direzione dell'innovazione tecnologica.
    Molti di noi vorrebbero che alle proprie comunicazioni, ai propri programmi didattici, a questo stesso documento potesse essere finalmente apposta, in forma elettronica, una firma digitale e un impronta temporale aventi pieno valore legale.  

    Aggiornamento di un documento risalente al 26 dicembre 1998
    Ottavio de Manzini
     
     
     
     
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